Mio padre mi ha sempre detto che “ il Sorbara da solo è più buono”.
Era la vendemmia 1998.
Io e mia moglie Barbara abbiamo provato a seguire questa intuizione, iniziando così a vinificare il Sorbara senza il Salamino, mentre il disciplinare del Sorbara ne prevede fino ad un massimo di 40%.
Era un azzardo totale perché era un’epoca in cui erano richiesti soprattutto Lambrusco strutturati, corposi, molto carichi di colore (spesso abboccati o dolci).
Andando contro corrente, abbiamo iniziato a produrre un Sorbara in purezza, dal colore rubino chiaro, secco e con una acidità decisa.
Nasceva la prima etichetta nel mondo del Lambrusco che riportava la dicitura ” Sorbara in purezza” (così lo chiamavamo a casa nostra).
Oggi, dopo 20 anni di lavoro e sperimentazione, grazie all’aiuto di tutti i nostri collaboratori, produciamo 8 vini diversi, di cui 5 Sorbara in purezza, che si diversificano per selezione e per metodo di rifermentazione.
Siamo convinti di essere solo all’inizio di un bellissimo percorso e questo ci stimola e gratifica giorno dopo giorno.